dispersione calore in casa: gli interventi

Dispersioni di calore in casa, come intervenire? Il parere dell’espert

 

 

La casa rimane da sempre il luogo nel quale svolgiamo gran parte delle nostre attività quotidiane al di fuori delle ore di lavoro. Anche per questo motivo la ricerca del confort al suo interno rimane al primo posto tra le nostre esigenze quotidiane, non solo considerando la qualità degli arredi e la struttura degli spazi interni, ma prestando attenzione anche alla temperatura percepita.

 

Abitare in una casa climaticamente confortevole consente di migliorare notevolmente la qualità di vita, portando benefici tangibili sulla salute, sulla qualità del sonno notturno e ovviamente sull’umore (esiste difatti un concetto chiamato benessere termico, un parametro non realmente misurabile attraverso delle strumentazioni, ma che risulta essere più uno stato psicofisico, proprio di una persona che non avverte né una sensazione di calore eccessivo, né una sensazione di freddo pungente).

 

Ottimizzare questa sensazione è una delle sfide dell’edilizia degli ultimi anni; numerosi progressi sono stati fatti, soprattutto per le costruzioni di ultima generazione, ma molto si necessita per i vecchi edifici di almeno 30 o 40 anni fa, che non sono stati progettati pensando ai benefici che un buon isolamento termico può portare.

 

 

 

Un intervento che si può sicuramente portare a termine è quello che minimizza l’impatto che le dispersioni termiche hanno sulla nostra abitazione. Per parlarne in modo più specifico abbiamo realizzato questa breve intervista con un esperto nel settore delle coibentazioni termiche; si tratta di Federico Calvanelli, titolare della ditta Coibentare Casa, che già dagli anni ’70 ha introdotto in Italia l’utilizzo delle schiume poliuretaniche per l’isolamento termico di intercapedini, sottotetti e cassonetti.

 

 

 

Quando parliamo del concetto di “dispersione termica” a cosa facciamo realmente riferimento?

 

E’ una delle prime considerazioni che dobbiamo fare con tutti coloro che ci contattano perché si trovano in una casa nella quale non riescono a vivere con il livello di confort termico desiderato; quando si parla di dispersione termica facciamo riferimento all’energia termica ceduta dalla casa dall’interno verso l’esterno  attraverso le pareti, il tetto, le finestre, i muri dietro ai radiatori dei termosifoni o anche i cassonetti delle tapparelle.

 

 

 

Se si hanno delle elevate dispersioni termiche accade sostanzialmente questo:

 

·       In estate il calore entra facilmente dall’esterno verso l’interno e soprattutto  se accendiamo i condizionatori, l’aria fresca generata tende a dissiparsi velocemente fuori dalle nostre mura domestiche;

 

·       in inverno il calore prodotto dai sistemi di riscaldamento (anche quelli di ultima generazione come caldaie a condensazione, riscaldamento a pavimento, stufe a pellet) si perde velocemente attraverso tutte le superfici non isolate termicamente facendo andare in fumo tanto denaro inutilmente e quel che è peggio senza avere una sensazione di benessere termico;

 

 

Eliminare la dispersione termica completamente lo ritengo una cosa impossibile, considerando anche che le abitazioni non si trovano in un contesto indipendente dall’ambiente esterno e dalle variazioni climatiche, che purtroppo negli ultimi anni stanno diventando sempre più estreme, creando non poche problematiche… ma si può sicuramente lavorare in modo intelligente, così da poterle minimizzare!

 

 

 

A che livello incidono le dispersioni termiche nelle varie parti che ci hai appena nominato?

 

Bisogna fare una distinzione: per gli appartamenti in condominio che si trovano tra altri appartamenti (quindi i piani intermedi per capirci) la dispersione di maggiore entità è data dalle pareti perimetrali esterne che incidono per circa il 65-70% delle dispersioni complessive. Il resto delle perdite di calore di un alloggio ai piani intermedi è dato da infissi 15-20% - cassonetti e termosifoni incassati 10-15%.

 

Per le abitazioni singole e per gli appartamenti degli ultimi piani di condominio le percentuali di dispersione sono le seguenti:

 

40 % pareti – 50% tetto o sottotetto non isolato- 10% cassonetti e termosifoni incassati

 

 

 

 

 

 

Di conseguenza il consiglio è quello di intervenire sull’isolamento termico delle pareti in primis?

 

Nella maggior parte dei casi è l’intervento più ricorrente e più consigliato perché quello che per quasi tutte le abitazioni porta i maggiori benefici.

 

 Ogni abitazione ha una sua caratteristica costruttiva, con esposizioni diverse e superfici perimetrali esposte in modo diverso rispetto ad altre.

 

Tramite un sopralluogo o consultando una planimetria una persona competente è in grado di eseguire una veloce ma puntuale diagnosi termica della casa.

 

Molte persone commettono l’errore di fare da soli senza affidarsi a persone competenti e spesso finiscono per spendere tanti soldi senza ottenere i benefici termici sperati.

 

Sempre più clienti mi chiamano dicendo di aver ristrutturato casa, aver cambiato infissi (spendendo una fortuna) e non avere il comfort termico sperato, tanti di questi lamentano problemi di muffe e condense.

 

Certo che si! Abbiamo tappato la casa con infissi ultra performanti ma non abbiamo pensato ad isolare le pareti che con lo sbalzo termico tra interno ed esterno portano alla condensa e quindi alla muffa. Abitazioni dove verifico anche l’80-90% di umidità relativa!

 

 

 

Ma intervenire sul singolo appartamento condominiale è possibile? Non ci sono vincoli?

 

Di questa cosa non ne sono ancora tutti a conoscenza, ma isolare termicamente il singolo appartamento condominiale è possibile senza dover forzatamente avere alcun tipo di via libera da parte dell’assemblea condominiale (cosa ben diversa sarebbe la richiesta di coibentare parti comuni del condominio stesso, come il tetto, oppure richiedere l’installazione di un cappotto termico sulla facciata esterna condominiale); nel caso di un singolo alloggio, invece, possiamo tranquillamente procedere con un intervento di insufflaggio delle intercapedini senza fare alcun tipo di comunicazione.

 

 

 

 

Federico Calvanelli di Coibentare Casa

 

 

Ti occupi principalmente di insufflaggio delle intercapedini con il tuo lavoro… si tratta della metodologia migliore? Come si effettua?

 

Come detto in precedenza, ogni immobile ha una peculiarità costruttiva e una sua esigenza.. l’utilizzo della tecnica dell’insufflaggio delle intercapedini si può ovviamente eseguire in tutte le case che sono provviste di cassa vuota o intercapedini vuote e consente di aiutare a risolvere la problematica della dispersione di calore, perché aiuta ad isolare termicamente la parete, zona dalla quale si genera oltre la metà dei valori complessivi di dispersione.

 

Si tratta di un metodo di coibentazione che non è sottoposto ad alcun vincolo (cosa che invece accade con il cappotto termico) e consente in molti casi di recuperare anche fino a 3-4 gradi centigradi, portando dei benefici concreti già in poche ore.

 

Lo usiamo spesso perché si tratta di un intervento veloce, che non richiede opere murarie, permessi ed è davvero economico. Ma attenzione a pensare di fare un lavoro di insufflaggio senza avere esperienza in materia. Come per qualsiasi lavoro se non sai fare questo mestiere non improvvisarti con la presunzione che sia facile e banale! L’insufflaggio richiede esperienza e conoscenza. Il costo di un Insufflaggio è sicuramente molto più basso rispetto a quello del cappotto termico e il recupero di questo costo avviene in breve tempo (3-4 anni grazie al risparmio in bolletta; cosa ben diversa dal cappotto termico che richiede dei tempi di ritorno dell’investimento di 10-15 anni). Già si tratta di un INVESTIMENTO a tutti gli effetti! Nel giro di 3-4 anni (tra risparmio energetico in bolletta e detrazioni fiscali) si recupera il costo sostenuto e successivamente si hanno guadagni ingenti … in poco tempo avrete:

 

·       diminuzione notevole delle dispersioni termiche;

 

·       maggiore benessere termico con minor necessità di ricorrere a termosifoni e condizionatori;

 

·       risparmio energetico che si traduce in bollette meno care;

 

·       miglioramento della classe energetica di riferimento, con possibilità di rivalutare il valore complessivo dell’edificio;

 

·       contributo efficace all’ambiente grazie alle minori emissioni di co2.

 

 

 

Si chiama insufflaggio proprio perché letteralmente insuffliamo il materiale isolante all’interno della parete considerata, arrivando a riempire completamente il vuoto dell’intercapedine. Una volta che questa sarà interamente ricoperta si impedirà che si possano creare correnti d’aria all’interno di esso (studi termo-tecnici hanno dimostrato che l’aria presente nelle intercapedini al di sopra dei 3 cm di spessore crea moti convettivi cioè vere e proprie correnti d’aria e quindi dispersione termica!) ; una riprova di quanto affermato potete verificarla di persona praticando un foro in parete di 2-3 cm di diametro e mettendo una mano davanti (sentirete aria uscire dal foro come se siete fuori casa!)

 

Come effettuate il lavoro?

 

Se operiamo in case abitate preventivamente copriamo a terra dove dovremo lavorare e con teli in pvc copriamo la mobilia presente.

 

Creiamo un reticolo di fori tutti uguali per dimensione e distanziamento, grazie ad un sistema di foratura mediante aspirazione che non produce né polvere nè sporco… in seguito inseriamo il materiale isolante fino a totale riempimento del vuoto, riempiamo poi i fori e puliamo in terra… in una sola giornata il lavoro è finito!

 

 

 

Quale materiale isolante consigli per questo tipo di lavorazione?

 

Il mercato offre numerose soluzioni, dai materiali isolanti sfusi come la cellulosa, la lana di vetro o lana di roccia, fino ai materiali espansi come le schiume poliuretaniche e ureiche. Ogni materiale ha le sue caratteristiche e bisogna sempre valutare caso per caso, ma dal mio punto di vista l’uso delle schiume traspiranti  è molto vantaggioso perché consente di riempire i vuoti dell’intercapedine completamente senza lasciare spazi (cosa che può accadere con gli isolanti sfusi)…e soprattutto si ottengono coibentazioni di maggiore efficacia termica inoltre si tratta di materiali  non infiammabili che lasciano respirare la parete nella giusta misura (su questo argomento potremo fare una nuova intervista)  e non lasciano nemmeno residui in quanto solidificano già dopo poche ore.

 

 

 

In conclusione possiamo dire a chi ancora non si è deciso di non aspettare l’arrivo del caldo, ma di muoversi da subito per intervenire sulla propria abitazione

 

Vediamola cosi.. se sentite che in casa non siete soddisfatti del vostro benessere termico e in questo periodo avete una casa che non regge le buone temperature credo proprio che dovrete fare qualcosa di serio per migliorare lo stile di vita e affidarsi a professionisti del settore è sempre la scelta giusta!

 

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